hèvel – Il libro di Qoelet


Poemetto di circa 3000 parole
12 capitoli
222versi
I contenuti
Con lo pseudonimo di Qoèlet (termine che deriva dall’ebraico qahal, “convocare l’assemblea”) l’autore di questo scritto sapienziale riflette in modo disincantato e quasi provocatorio sul senso della vita e sui limiti della condizione umana. Il termine greco corrispondente, ekklesiastès, “colui che parla nell’assemblea”, ha contribuito a denominare questo libro anche con il titolo di Ecclesiaste.
L’origine
Il libro di Qoèlet è da collocare in epoca posteriore all’esilio babilonese, probabilmente nel III sec. a.C. I suoi destinatari hanno la consapevolezza che nessuna realtà creata ha la capacità di riempire il cuore dell’uomo, e che i poveri e i tribolati non sono abbandonati da Dio. L’attribuzione di questo scritto a Salomone, figlio di Davide, re a Gerusalemme (1,1), è da considerare un artificio letterario, conosciuto con il nome di “pseudepigrafia”, a cui si ricorre per conferire autorevolezza all’intera opera.
(Leggiamo insieme Qo1,1-6. 12-18)

Vanità…

L’ebraico hèvel non è un termine facile da tradurre…

viene anche reso con:

non senso
Inutile
assurdo

“tutto il loro affannarsi è inutile” (Qo 1,14)

Non è un invito alla rassegnazione o all’apatia. Vuol invece insegnare che l’uomo non può PRETENDERE di scoprire il senso globale della vita; deve UMILMENTE riconoscere IL SUO POSTO NEL MONDO e DIFRONTE A DIO, Accogliendo quel che di buono la vita gli offre come DONO.   Solo chi agisce così è “sapiente”.
Il Qoelet si pone le eterne domande dell’uomo e ne trae le conclusioni:

La vita vissuta dall’uomo, se è senza Dio, è inutile e pericolosamente vuota. (lo prova il fatto che la natura e la storia si ripetono CICLICAMENTE, senza produrre nulla di nuovo.
MESSAGGIO CENTRALE:
“La vita SENZA Dio non vale molto. Sii realista e prendila per il verso giusto, senza ingannare e ingannarti. Non pretendere troppo da essa. Il segreto stà tutto qui”.

“il libro rimane in un certo senso sconcertante; ma è libero, originale, critico, pessimista, e sorprendentemente vicino a tanta letteratura moderna.
In fondo tutta la Bibbia non stà a dimostrarci che è proprio Dio ciò che dà senso a tutta la nostra esistenza?”
m.Gianfranco Ravasi

(Leggiamo insieme Qo 3,1-15)

Ogni cosa il suo momento
ltura contemporanea:
Filosofia del “ogni lasciata è persa”…

Non è una cosa “nuova”…    Cfr:
Gn 25, 29-30
Già nella Bibbia, nell’episodio di Esaù e Giacobbe, il fratello più grande vende la primogenitura per un piatto di lenticchie. “Sto per morire di fame – pensa Esaù – che mi interessa del futuro?; adesso devo pensare a mangiare”. E così perde TUTTI i suoi diritti. Sceglie l’attimo, non preoccupandosi più di tanto di cosa accadrà dopo …
Qoelet insegna che dobbiamo imparare che per ogni cosa c’è il suo tempo;
Anche quello di saper “sfuggire l’attimo” .
Vivere solo di emotività e istinto può farci amaramente pentire …
C’è un tempo per tutto.  Tutto stà proprio nello scoprire ciò che dobbiamo fare nei vari momenti della nostra vita. Non è facile, ma ci fa diventare SAPIENTI, così come intende la Bibbia: nel senso di saper conciliare CERVELLO, CUORE, RAGIONE E SENTIMENTO.

FILE DELL’INCONTRO: 11 – QOELET

 

 

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